Raduno “di classe”
Una tre giorni in cui si sono alternati relax e adrenalina, con un tour itinerante in una delle zone più famose e belle d’Italia, è stata organizzata dalla Osg Racing di Giancarlo Cangiano per festeggiare i 45 anni del cantiere di Katrin Theodoli
— di Marina Mancuso
Un appuntamento in grande stile, a metà strada tra velocità e riposo, condito con cibo di prima scelta e itinerari mozzafiato per il raduno europeo firmato Magnum Marine. Vi hanno partecipato 20 yacht, con relativi armatori, per i quali erano previsti molti momenti di svago, ma anche un emozionante rally tra Capri e Ischia. Protagoniste assolute erano imbarcazioni, di diverse misure – dal 27 fino all’80 piedi – del cantiere fondato da Don Aronow nel 1976 e poi acquisito dalla famiglia di Filippo Theodoli. Quest’ultimo eredita, oltre a un paio di coppe del mondo, un’azienda che produce barche relativamente piccole anche per quell’epoca (la gamma andava dai 27 ai 35 piedi), dal carattere spiccatamente “race”. «Io e mio marito, che era stato in Marina e aveva già importato delle imbarcazioni da competizione, abbiamo deciso di acquistare questo marchio. – racconta la contessa – La sua intenzione era creare una barca sicura e veloce, che potesse essere condotta da una sola persona con, al tempo stesso, le comodità di un mezzo di lusso. Volevamo dare agli armatori la possibilità di poter andare in Sardegna – magari a 50 nodi di velocità! –, senza dover ricorrere a un equipaggio numeroso. A quei tempi, infatti, o si restava vicini alla costa oppure, per intraprendere un viaggio, si optava per un grande yacht con molti marinai.
Questa idea ha avuto un successo immediato, grazie anche alle caratteristiche tecniche delle barche, tra cui una carena a V profonda, la potenza elevata dei motori e la sicurezza del prodotto. Molti cantieri hanno cercato di imitare questo modello, con alcune modifiche – hanno voluto, per esempio, diminuire il peso o aumentare gli spazi per i mobili a bordo – creando delle copie imperfette».
Visto lo spirito sportivo del cantiere di Miami il partner ideale della manifestazione è stato individuato in Giancarlo Cangiano (due volte campione mondiale di motonautica P1 e armatore di due barche Magnum) e nella sua struttura Osg Racing, ma il raduno ha ricevuto anche il patrocinio della Uim, Unione internazionale motonautica. Raffaele Chiulli, presidente di quest’ultima, alla vigilia dell’evento aveva detto: «Magnum Marine ha segnato la storia della motonautica nella sua fase pionieristica. In occasione del 45° anniversario della fondazione del cantiere non posso che complimentarmi con la proprietà dell’azienda per i tanti successi raggiunti e per essere rimasta per tanti anni l’icona sportiva delle imbarcazioni da diporto».
Per festeggiare questo importante traguardo il cantiere ha dato vita anche a due barche d’eccezione e a un libro. Le imbarcazioni sono il Magnum 51 Gold Label, disegnato in un’inedita colorazione dorata e il Magnum 44 Banzai, con una livrea completamente gialla, e possono raggiungere rispettivamente 63 e 50 nodi. Entrambe sono gestibili facilmente anche senza marinaio.
Il libro, invece, è firmato Michael Verdon, s’intitola The new Magnum Anniversary book e ripercorre la storia del marchio, dai primi passi mossi negli anni ’60 fino agli ultimi modelli nati sotto la guida di Katrin Theodoli.
Magnum Marine
Negli anni ’60 nasce lungo la NE188th Street, la leggendaria “Thunderboat Row”, il “vicolo delle barche tuonanti” grazie a Don Aronow, che vincerà il Class one world championship con il 35 piedi (prima barca della saga Magnum prodotta dal ’67 al ’75). Nel 1968 Apeco rileva da Aronow (che fonderà poco dopo Cigarette) il cantiere producendo i velocissimi 27’, 28’ e 38’.
1969 Filippo Theodoli, figura legata al mondo dei petrolieri americani, diventa il dealer esclusivo di Magnum Marine per l’Europa.
Nel corso degli anni ’70 la fama di Magnum cresce e sono molti gli armatori famosi: tra questi Juan Carlos, Cartier, il re di Svezia, l’Emiro del Barhein, il principe del Qatar, il sultano del Brunei ma anche gli Onassis, gli Agnelli e i Berlusconi.
Nella seconda metà del decennio Filippo Theodoli diventa presidente di Magnum Marine acquistando il cantiere da Apeco per 1,5 milioni di dollari, mentre nel 1980 si varano due modelli: 40 e 45 piedi, con 1.600 cavalli di potenza per una massima di 48 nodi, davvero notevoli all’epoca.
All’inizio degli anni ’80 Theodoli “perfeziona” la produzione, affidandosi a Rolla per le eliche e ad Arneson per le trasmissioni (Phil Rolla e Howard Arneson sono suoi amici), a Pininfarina per il design, Mtu e Cat per i motori.
Nel 1983 nasce il 63’ Pininfarina, che sarà prodotto fino al 1992, mentre nel 1987 viene varato il Magnum 70’, che tocca i 60 nodi. Un anno importante per il cantiere è il 1986, quando il 63’ vince la Miami-Nassau-Miami, unica barca ad arrivare al traguardo nonostante le condizioni meteo pesanti.
Nel 1990 muore Filippo Theodoli e Katrin Theodoli è il nuovo presidente Magnum Marine. Nel 1993 viene varato il Magnum 50, con interni di Hermes, e l’anno dopo viene lanciato il Magnum 44 nella prima edizione di Luiz De Basto. Nel 2001 nasce il Magnum 60 Furia con interni di Roberto Cavalli, mentre nel 2008 viene varato il Magnum 80’. Nel 2010 si presenta il progetto del nuovo Magnum 100’, che raggiunge i 48 nodi.
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